Riconoscere di avere un problema di dipendenza è il primo passo verso la luce. Forse non ce ne siamo accorti, è cominciata lentamente, quando eravamo certi che "non fosse un problema". "Smetto quando voglio" è una delle possibili filastrocche che ripetiamo a noi stessi e a tutti quelli che ci vogliono bene, quando siamo sicuri che il consumo di alcol, cocaina, cannabis, eroina, ecc...  non abbiamo alcuna influenza sulla nostra vita. 

Poi, se il problema diventa più serio, cominciamo a fare litigi che riguardano l'uso della sostanza con le persone che ci stanno intorno: partner, genitori, figli.... Ci sentiamo arrabbiati e incompresi da loro, che sono così noiosi e vogliono controllarci. 

E poi il nostro dialogo dentro di noi continua...:

"Ce la posso fare benissimo da solo, in fondo che mi importa di loro? Meglio lasciarli perdere! Anche se in qualche momento lo penso pure io che sarebbe meglio se la smettessi con questa roba, e mi sento pure in colpa per questo...
Ma in fondo nessuno mi capisce e questo mondo fa schifo! 

Ora che mi sento arrabbiato/triste/deluso, è il momento buono per bere, fumarmi uno spinello, farmi una striscia o una dose, ecc... Quando uso la sostanza sto davvero bene! Mi sento a mio agio con me stesso e con gli altri: mi posso pure permettere di essere simpatico, di approcciare nuove persone, di andare in cerca di nuovi stimoli. E' così che voglio sentirmi! E tutto il resto può pure andare a quel paese... Peccato solo per come sto quando l'effetto finisce. Lo tollero sempre di meno... devo stare attento a non rimanerne senza, soprattutto quando sono "girato male".

Al lavoro, non ce la faccio più. Sono stanco oggi, non me la sento proprio di andarci. Il capo mi stufa, non lo tollero più. Mi chiede cose che non voglio fare. I miei colleghi mi guardano male, pure i miei amici mi giudicano, parlano male alle mie spalle. Meglio che me ne stia a casa qualche giorno. Meglio starmene da solo che sentire quei deficienti che urlano senza capire nulla o parlano alle mie spalle. In fondo non capiscono niente neanche loro. Nessuno può capirmi. Pretendono solo e basta. Non sanno quanto sia difficile la vita... 

Ora sono proprio nella merda... Non so proprio come ho fatto a ridurmi così... Non c'è più scampo, sono finito..." 

Il triste esempio riportato non ha certamente la pretesa di spiegare tutti i vissuti emtivi, le motivazioni e i pensieri di chi ha la sfortuna di essere affetto da una dipendenza da sostanze. Questa dolorosa sofferenza interiore può essere però l'inizio di una spirale negativa che conduce la persona a sperimentare sempre maggiore solitudine, a sentirsi additato, evitato, giudicato... A pensare che non si può più fidare di nessuno, che deve soltanto più contare su sé stesso - e, purtroppo, sulla sostanza che lo tiene su. 

Tristemente, molte persone giungono a situazioni ancora più drammatiche: perdono il lavoro,  i propri risparmi; perdono tutte le relazioni importanti: mogli, figli, genitori, amici... fino a trovarsi da soli, magari in strada, senza speranza.

Guarire da una dipendenza si può. Certo, bisogna accettare che non lo si può fare da soli. Occorre tendere la mano, chiedere aiuto. Nei casi più gravi occorre coinvolgere le istituzioni preposte che forniscono un aiuto indispensabile: i cosiddetti SER.D. (Servizi Dipendenze - una volta erano chiamati SER.T.) che includono anche i servizi di alcologia: offrono percorsi riabilitativi, di ascolto, di accompagnamento, l'eventuale inserimento in comunità terapeutiche.

Ciò che è importante è trovare una relazione di cui fidarsi, che offra sostegno, comprensione senza giudizio, guida. 

La psicoterapia è un percorso indispensabile per uscire da una dipendenza, e la si può iniziare in qualsiasi fase ci si trovi nella propria dipendenza. La sostanza d'abuso serve ad alleviare emozioni, sensazioni dolorose o molto fastidiose che non si sanno gestire diversamente. Nel percorso psicoterapeutico si affrontano le motivazioni profonde, le vicissitudini che hanno condotto a fare uso di quella determinata sostanza per poter stare meglio, si guarda in faccia al dolore passato e a quello presente. 

E, insieme, si cercano nuove strade, si costruiscono percorsi di speranza verso una vita luminosa, dove finalmente c'è spazio per i propri bisogni, per i propri sogni e aspirazioni e dove finalmente sappiamo che non siamo più soli!