La relazione costituisce una motivazione fondamentale all'esistenza di ogni individuo. La costituzione genetica del genere umano prevede che ogni persona abbia un bisogno irrinunciabile di stabilire relazioni umane intime e intense. Eric Berne, fondatore dell'Analisi Transazionale chiamava tale spinta "fame", sulla base di studi che dimostravano che durante la seconda guerra mondiale i molti bambini orfani, sebbene correttamente nutriti, si ammalavano, crescevano meno degli altri, e spesso si annichilivano e morivano perché gravemente deprivati di relazioni intense significative, fonti di stimoli, carezze e riconoscimenti. "Fame" dunque, come la fame fisica, indice di mancanza di nutrimento e pericolosa per la vita. Così come per la fame di nutrienti dunque, la deprivazione di relazioni significative ci porta ad ammalarci, anche gravemente. Per questo motivo ognuno di noi è guidato da una forza naturale interiore che lo spinge a mettersi in cerca di relazioni che lo nutrono, che conferiscono significato e valore alla vita, che la rendono bella, intensa e piena di soddisfazione e progettualità.
Ci rendiamo conto dell'intensità della fame di relazioni quando siamo in cerca di un/a partner che da tempo non troviamo; o quando si creano fratture con persone importanti della nostra vita; o, ancora, quando perdiamo la persona amata, per tradimento, per un incidente o per una malattia: il dolore che ci assale può essere lancinante, intollerabile, e ci sembra di non poter sopravvivere senza quella persona.


La prime relazioni intense, la cui impronta ci influenzerà per tutta la vita, sono quelle con i nostri genitori e/o con chi si è occupato di noi quando eravamo piccoli: nonni, zii, fratelli, insegnanti. E' durante questa fase di vita che, senza che neanche ce ne accorgessimo, imparammo modelli relazionali che riproponiamo, del tutto inconsciamente, con persone che ci stanno a fianco nella nostra vita presente.

Ognuno di noi sperimenta tensioni, frustrazioni, incomprensioni nella propria vita affettiva. La relazione, seppur così tanto desiderata anche quando vorremmo farne a meno, può divenire il luogo dei nostri dolori più profondi, nucleo che coagula pensieri, preoccupazioni, emozioni, comportamenti che sconvolgono, feriscono, talvolta uccidono. L'amore, che tanto desideravamo, è diventato strumento di supplizio, stanza di solitudine, porta della disperazione, luogo di violenza verbale o fisica.

Alla base di qualsiasi sintomo psichico, sia esso ansia, depressione, disturbo del pensiero e/o della condotta, disturbi dell'alimentazione, ci sono sempre fallimenti delle nostre relazioni più importanti, che nella maggior parte dei casi sono avvenute in quella parte della nostra vita di cui spesso ricordiamo poco o nulla. La mancata comprensione di un bisogno, lo sfruttamento emotivo o l'abuso, l'indifferenza di cui fummo vittime, sono spesso alla radice delle problematiche relazionali di oggi.


Spesso ci accorgiamo che litighiamo sempre nello stesso modo, che le nostre relazioni terminano in modi che si assomigliano sempre, che scegliamo partner che ci ripropongono sempre gli stessi fallimenti, gli stessi abusi, gli stessi tradimenti o le stesse violenze. Oppure, molto più semplicemente, constatiamo ogni volta che non riusciamo a innamorarci, che fuggiamo le relazioni quando si presentano, che non riusciamo a godere di una intimità sessuale soddisfacente, o che ci rintaniamo in un sicuro isolamento nonostante avevamo tanto desiderato una relazione. Altre volte vorremmo lasciare un partner che ci ha ferito o che non desideriamo più nella nostra vita e non ce lo permettiamo, non ne abbiamo il coraggio, rimanendo in una relazione logora che svuota la nostra vita della bellezza, dell'armonia e della gioia di cui ogni uomo e ogni donna ha bisogno e diritto.

Occorre dunque fare luce, diventare consapevoli di come ci impediamo di scegliere un partner migliore, di come arriviamo sempre a ripetere gli stessi errori, a litigare nello stesso modo. Occorre sperimentare nuove strategie per diventare efficaci nel comunicare, nell'esprimere i nostri desideri e bisogni, nel comprendere l'altro, nel trovare un modo comune di stare insieme che tenga conto della libertà e della responsabilità di ognuno e del suo diritto ad essere ciò che è in una relazione paritaria, dove ognuno si sente adeguato.
Occorre ritrovare il "Bambino Libero" che c'è in ognuno di noi, che magari abbiamo rincantucciato in qualche angolo angusto della nostra vita, dandogli spazio di espressione e spontaneità all'interno di una relazione in cui possa sentirsi al sicuro.